lunedì 13 febbraio 2012

Saggezza autentica

Ho recentemente riletto un libro meraviglioso. Una favola che mette in pace con il mondo.
Ci si impiega meno di un'ora a leggerlo ma il suo contenuto ti rimane dentro per molto tempo, dire per sempre è impossibile poichè siamo troppo umanamente superficiali per ricordare semplici storie nel girotondo del nostro quotidiano. Io, in effetti, l'avevo dimenticato e se non mi fosse capitato in mano mentre cercavo un altro libro, non avrei sentito il desiderio di rileggerlo. Scanzonata fragile umanità
E': "L'uomo che piantava gli alberi", di Jean Giono. Un librettino di neanche cinquanta pagine; così tanto spiegato in così poco.
1913, un giovane di vent'anni intraprende una lunga camminata in Provenza; il paesaggio che scivola via al suo passaggio è fatto di lande desolate e villaggi scheletrici abbandonati. Il vento soffia brutale sulle erbacce legnose e sulla lavanda selvatica, l'unica forma di vegetazione spontanea. Il giovane resta senz'acqua ma in quel deserto non si trovano né ruscelli, né pozzi. Quando ormai crede di non trovarla più, individua una sagoma nella pianura, un pastore, con una trentina di pecore al seguito, che gli offre la propria borraccia e lo ospita nella propria casa, semplice e pulita.
Qui, il ragazzo osserva il lavoro meticoloso dell'uomo, pacato e taciturno, nello scegliere delle ghiande. Sono quelle che il pastore ogni giorno, per più di trent'anni, attraverso due guerre che non sfioreranno nemmeno il suo pacifico ritmo di vita, pianterà nel territorio tutt'intorno. Cura costantemente la crescita delle querce e successivamente dei faggi, senza che nessuno gli abbia detto di farlo o come farlo. Lo fa perché la sua umile saggezza gli suggerisce che prima o poi di quegli alberi ci sarà bisogno.
Negli anni le guardie forestali restano sbalordite per quella crescita naturale. Il ragazzo tornando anno dopo anno vede quelle lande morte, resuscitare, ripopolarsi, vivere.
"Non l'ho mai visto cedere né dubitare. Eppure, Dio solo sa di averlo messo alla prova! Non ho fatto il conto delle sue delusioni. E' facile immaginarsi tuttavia che, per una simile riuscita, sia stato necessario vincere le avversità; che, per assicurare la vittoria di tanta passione, sia stato necessario lottare contro lo sconforto".

Jean Giono, L'uomo che piantava gli alberi, Salani Editore.

Nessun commento:

Posta un commento