venerdì 21 marzo 2014

Usa la fantasia

Quando affidi ai bambini il compito di usare la fantasia, si ottengono risultati da paura... nel vero senso del termine.
Visto che stiamo leggendo le favole di Esopo cercando di comprenderne la morale ho pensato di cominciare una favola di mia invenzione i cui protagonisti sono il micio Orzo, un delfino ed una tartaruga d'acqua e di lasciare ai bambini di una scuola primaria il compito di proseguirla. Le classi che vi si sono cimentate andavano dalla terza alla quinta elementare e devo dire che, nella maggioranza dei casi i poveri, simpatici animaletti sono stati bellamente ignorati per essere rimpiazzati da robot malvagi, vampiri famelici, mostri senza pietà. Qualcuno ha mantenuto come protagonista il gattino Orzo dimenticandosi degli altri due ed altri hanno modificato completamente il luogo di svolgimento della scena soppiantandolo con altri di maggior gradimento.
Beh, se non altro, in quest'ultimo caso vi è stata una rielaborazione personale che ha messo in moto la fantasia, resto un po' preoccupata per il gusto dell'orrido, per la visione macabra della realtà. Forse gli adulti dovrebbero considerare il fatto con maggiore attenzione.. Comunque sfido i grandi a fare di meglio:

                     
Orzo era un gattino molto coraggioso, amava vagare in lungo e in largo, attraversava strade pericolose, perlustrava cortili, si arrampicava sui balconi e sugli alberi.
Un giorno si ritrovò, senza sapere come, ai margini di una vasta foresta.
Il proprio spirito avventuroso vi spinse ad entrarvi. Dopo aver camminato per ore, Orzo salì su un tronco caduto, superò un alto cespuglio e poi la sua bocca si spalancò in un: "Miaooo!" sbalordito.
Nel cuore della foresta, le onde si infrangevano sulle sponde erbose, carezzando le cortecce degli alberi...
Se mettiamo da parte zombie, fantasmi e pipistrelli che, per fantasia fanciullesca, ad un certo punto invadono la scena, la mia versione preferita è quella di un bambino che ha scritto:
IL DEFINO DISSE: "MI CHIAMO NESSUNO!" (DA LEGGERE CON TONO OPERATIVO).

Alla domanda che cosa egli intendesse con operativo, il bambino ha risposto: "Come all'Opera!".
Immagino un delfino soprano,
Questa sì che è fantasia!



lunedì 10 marzo 2014

Ma per favore!

Sono stufa di vedere alla televisione pubblicità di automobili che, per bellezza, praticità, efficienza, ampiezza (anche quando sono scatolette), velocità, sicurezza e perfezione sembra possano risolvere qualsiasi problema della dura vita.
E’ avvilente uno spot in cui un uomo racconta di come la propria esistenza abbia perso tutti i valori, sia scaduta sotto ogni aspetto, dalla famiglia al lavoro, dal rapporto con gli amici (quali amici?) a quello con gli esseri umani in generale che peraltro paiono soccombere, esattamente come lui ad una depressione universale, causata probabilmente dall’eccesso di pressioni del mondo moderno e (qualche secondo per riprendere fiato) ritrova il sorriso, ma che dico? La voglia di vivere, la giovialità, il senso dell’esistenza perduta di fronte a quel modello fichissimo di auto, a quella bomba di comfort ed eleganza, a quella linea lussuosa che rutta cavalli di potenza.
In effetti, caro uomo, la vita era davvero ingiusta quando non ti permetteva più di trarre gioia dalla vista del tuo bebè o di tua moglie, per fortuna però ti ha messo sulla strada, è proprio il caso di dire, quella meravigliosa bomba di pneumatici e specchietti, sedili ed airbag, autoradio e freno a mano!
A guidarla poi, un’emozione… ti senti un novello Superman anche se al posto di un fisico d’acciaio hai una vettura d’acciaio (credo che tua moglie avrebbe preferito la prima opzione) ed una volta sceso, beh, sei sempre tu. Ma lì sul vialetto invece c’è lei! Sempre che non sia stata sacrificata la casa per comprarla, perché la perfezione va pagata e se non l’hai pagata cara allora significa che non è perfetta, mi spiace, su questo non ci piove.
Dunque, dicevo, sono stufa di tutto questo sfruttamento improprio di sentimenti al fine di evidenziare le qualità di un’automobile che, essendo una macchina, per definizione di sentimenti non ne proverà mai ed è abietto voler far credere che una vita spenta riprenda a luccicare per intercessione di un’automobile.
Senza contare, caro uomo, che quella lì, non ti porterà mai ad attraversare il deserto o ad entrare nella bocca di un vulcano come nelle pubblicità ti vogliono far credere, anche perché se avessi i soldi per comprare qualcosa del genere allora forse li avresti anche per un jet privato che, a mio giudizio, ti farebbe risparmiare tempo ed incomodi.
Se proprio, proprio, si vogliono importunare dei sentimenti in relazione ad un’auto, allora come minimo dovrebbe rappresentare una vettura dalle doti miracolose; innanzitutto dovrebbe essere alla portata di uno stipendio da commesso part-time a tempo determinato, poi dovrebbe andare ad aria ed adattarsi alle dimensioni di qualsivoglia spazio-parcheggio e la cosa più importante: dovrebbe percepire il valore di una vita umana più dell’umano che la guida, così magari ci sarebbero meno incidenti.
Ecco, se fosse così, allora direi che si potrebbe far man bassa di sentimenti senza remore per spiegare quanto sarebbe importante aggiungere un posto a tavola ed averne una in famiglia.