venerdì 17 febbraio 2012

Percezioni

Finalmente con uno scossone del capo riprese coscienza della realtà, sollevando un lato del lungo vestito di mussolina beige si avvicinò nervosamente alla finestra; due carri si contendevano il passaggio nella stretta strada, uno dei conducenti era sceso a spronare il cavallo, con un frustino in una mano e le briglie nell’altra non faceva altro che strattonare la povera bestia sputandogli addosso tabacco e bestemmie. Quel fremere rabbioso delle narici dell’uomo nel faccione allungato e deformato dalle smorfie creava un alone di primitivo intorno a tutta la persona, al punto da far dubitare su chi fosse la vera bestia.
Margareth si meravigliò a pensare che quella poteva essere la traduzione esteriore di ciò che suo marito incarnava dentro di sé: un’energia furiosa gestita dalla cattiveria.
Nel frattempo l’altro cocchiere si era alzato in piedi e brandendo uno scopino di paglia, che doveva far parte del suo carico, intimava all’altro di spostarsi se non voleva diventare lo zerbino del suo cavallo.
La scena tragicomica ebbe il potere di distogliere per un attimo Margareth dai suoi crucci tanto che non si accorse subito della presenza di una personcina di cinque anni ferma sulla soglia della stanza con la manina ancora appoggiata sulla maniglia. Due grandi occhi nocciola la fissavano interrogativi, aspettavano una risposta che bramavano conoscere…ma tanta era la curiosità quanta la paura di sapere.

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