giovedì 31 maggio 2012

Festa dei Picasass con solidarietà


Sabato 2 giugno, nella sala polifunzionale di Ghevio, si aprirà la Festa dei Picasass che comincerà alle ore 18.00 con l’inaugurazione della mostra dedicata ai veri Picassas, gli scalpellini e successivamente alle ore 19.00 proseguirà con un convegno dedicato al loro mondo: “Dalla cava al manufatto”, per riscoprire un mestiere sconosciuto ai giovani, lontano dalla memoria dei più maturi ma affascinante al punto da attirare in Italia turisti giapponesi alla ricerca di corsi specifici per apprendere l’antica professione.
E questa sarà l’iniziativa che si svolgerà, sempre nella sala polifunzionale di Ghevio, ogni sabato, per tutto il mese di giugno: un corso per imparare l’autentica arte dei Picasass.
Domenica 3 giugno, presso l’Apicoltura Galleazzi, dalle 9.00 alle 20.00 sarà possibile contribuire ad una colletta di alimenti da inviare, tramite corriere dell'Associazione, a Modena dove verrà acquistato il Parmigiano Reggiano, già comunque in vendita presso gli stand durante la festa.
Dalle 10.00 potrete invece ammirare l’esposizione delle aziende legate al mondo del sasso, unite ad hobbisti ed artigiani che creano oggetti utilizzando la pietra come materia prima; la festa continuerà tra aspiranti scalpellini che potranno cimentarsi nell’arte, degustazioni enogastronomiche – panini alla salamella e birra alla spina – ed happy hour alla sera.

BOAV NA! (Benvenuti!)



martedì 22 maggio 2012

Incantiamoci

 

Ragazzi, domenica 27 Maggio vi aspetto tutti al Pandino Fantasy Books di cui troverete ogni informazione andando al sito qui sopra!
Sarò tra gli espositori indicata come Edigiò, la casa editrice del mio libro Toried. Potrei avere delle orecchie a punta...
All'interno del Castello Sforzesco si svolgeranno avventure magiche... catapultiamoci in un mondo favoloso tra duelli, libri, attività stregonesche e chissà!
La nostra passaporta (usiamo un termine Potteriano) sarà il castello, per cui una volta varcata la soglia... impugnate la bacchetta magica od inforcate la scopa perché sarete tra creature fantasizzate!
A presto!

DA TORIED:

“Guarda” disse l’essere con fare cospiratorio. “Un ottimo rimedio è la bava dei Lumaconi, ti lascia le mani un pochino appiccicate ma funziona!” e così dicendo alzò le mani dalle lunghissime dita, poi afferrò con i pollici la cintura marrone intorno ai fianchi. Un gilè di stoffa ruvida dello stesso colore era infilato sopra una casacca verde che gli arrivava alle ginocchia da dove spuntavano un paio di stivaletti verde scuro.
“Chi… chi… se… ” balbettò Arturo; almeno ebbe la prova di non avere perso la voce per lo spavento.  
“Chi sono io?!”. La creatura sembrò sorpresa dalla semi domanda. Poi si batté il largo palmo sulla fronte.
“Per la linfa dei Grandi Nogi! Dimentico sempre che voi non sapete niente di noi!” detto ciò fece un inchino così profondo che quasi il naso toccò terra. “Io sono Ahnonio, il Nano Boschivo della stirpe boschiva di Dus”.
“Tu sei un nano?!!” Arturo dimenticò per un attimo dove si trovasse e come vi fosse arrivato.
“Ebbene sì. Sono molto fiero della mia razza. Noi nani, siamo gente cortese, allegra e lavoratrice” un ampio sorriso si allargò fino alle due orecchie larghe e bombate come i cappelli di due funghetti che all’improvviso finivano a punta nella parte superiore; i lineamenti gli si arrotondarono ulteriormente gonfiando le guanciotte in un’espressione così buffa che il ragazzino, nonostante tutto, ricambiò il sorriso.





giovedì 17 maggio 2012

Piano, si medita




Mi avevano parlato di solitudine ed aridità ma io percepivo solo maestosità e lenitivo silenzio.


domenica 13 maggio 2012

Dalla chiacchiera al pettegolezzo

Rina è profondamente urtata da Mario. Cos'é accaduto? Il ragazzo (che ha guadagnato la decima nomination per l'Aureola nella categoria: Sfracassati nelle pudenda da fidanzate nevro-isterico-toccate) ha osato rivelare al suo migliore amico che Rina ama indugiare in bagno con il ventolino dell'aria calda acceso anche dopo aver fatto la doccia ed essersi vestita (persino in estate).
Sì, in effetti, quando ce lo ha raccontato anche noi amiche abbiamo manifestato il nostro sdegno: come può un particolare così intimo essere dato in pasto al pubblico?
"E' quello che gli ho detto io!" ha esclamato lei. "Ora non mi potrò mai più fidare!".
"Pensa se raccontasse di quando ti è caduto il lucida labbra nel water?!" l'ha incalzata Nella. Io e Ginoria abbiamo mascherato i singulti di risata spacciandoli per indignati conati di vomito; anche perché Rina ha strabuzzato gli occhi come se le avessero appena annunciato che sarebbe stata costretta, pena la galera, a recitare alla Scala il monologo: Io Rina e i risvolti dello stare in bagno.
Dopo essere impallidita, ha preso il cellullare sostenendo di doverla troncare al più presto quella relazione pericolosa...
L'abbiamo fermata e convinta a dare un'altra chance a Mario (sempre che lui voglia darne un'altra a lei); come è stata persuasa? Con il racconto di vicende inenarrabili...
Il padre di Ginoria ha rivelato al bar, tra un pezzetto di toma ed una fetta di salame, di aver trovato i collant della figlia sulle foglie d'insalata nell'orto e benché lei abbia spiegato di averli lavati e messi ad asciugare sul davanzale della finestra dove poi il vento se li è portati via, gli amici di suo padre vogliono essere convinti che lei abbia avuto un incontro licenzioso in quel dell'insalata.
La signora Mirka ha raccontato dalla parrucchiera di quando Rosa si è mangiata il tabacco della pipa di suo padre pensando fosse liquirizia (non è successo da molto); Nella è stata vista nel cortile dai suoi vicini con le mollette da bucato in testa al posto degli inventaricci ed io ho confessato a Joe Padella di indossare all'occorrenza le mutande contenitive.
Rina è rimasta senza parole dopodiché ha telefonato davvero a Mario, ma per dirgli di averlo perdonato, intimandogli però di non cadere di nuovo nello stesso increscioso errore.
E cosa dobbiamo fare se per Rina la propria vita privata è davvero privata e lasciarsi sfuggire ingenuamente che utilizza lo shampoo antiforfora sarebbe per lei un tradimento dal sapore cospiratorio? E d'altronde lei lo ha sempre detto di non aver mai voluto intraprendere una carriera da star cinematografica per non dover sopportare gli scatti fotografici rubati all'intimità delle sue faccende.
Spero non scopra mai che sono stata proprio io a raccontare della sua irruenza nell'uso del deodorante il cui contenitore alla fine risulta sembra smembrato in tre pezzi: tappo, barattolo e dispenser.
D'accordo pubblico anche periodicamente le sue avventure in cotesto loco... insieme a quelle delle altre amiche ma ognuno manifesta la creatività a proprio modo e lei mi vuole bene per questo...
Ohibò, mi pento... sono una pettegola! Però potrebbe nascerne una discussione sociologica :
Quando finisce l'amabile conversazione e comincia il pettegolezzo?
Se si avvisa la persona che si parlerà di lei si rientra nella rosa dei pettegoli?
E soprattutto: se per evitare di essere pettegoli parlando d'altri, si parlasse di se stessi, si eviterebbe l'onta del pettegolo per acquisire quella di egocentrico?



lunedì 7 maggio 2012

Fìdati degli amici degli amici

Rosa è andata a portare la macchina dal carrozziere, non da quello che le aveva già fatto il preventivo, bensì da quello consigliatole da Gino, un amico di Joe Padella.
Ecco la fedele cronaca dell'incontro da lei stessa riportata:
"Gino è entrato nell'officina, raccomandandomi di aspettare fuori. Dopo lunghi, interminabili minuti in cui persone dall'aspetto equivoco (dico solo che un tipastro indossava scarpe gialle di finta pelle), gigioneggiavano lì intorno, Gino è finalmente uscito scortando un individuo basso, largo, con i baffetti neri ed una croce d'oro al collo. Pareva un incrocio tra Clarke Gable dopo una doccia di meteoriti e Danny de Vito dopo aver mangiato una lavatrice. Certo, indossava una tuta da meccanico, ma non è che l'elemento mi rinfrancasse.
Mi ha salutato ammiccante: - Signorina, sono stato informato del suo incidente, spero non abbia riportato offese... -.
- Offese? Intende dire ferite? -. L'individuo ha sorriso di sghembo rivelando un dente d'oro, uno d'argento ed uno assente. Ritiro ciò che ho detto sulla somiglianza con Clarke Gable.
- No no, intendo dire proprio offese... ci siamo capiti eh?! - . Ho assunto un'espressione da ebete guardando Gino alla ricerca di un suggerimento qualunque; tempo sprecato poiché lo scellerato era avvolto da un palpabile alone di fierezza come se fosse su un podio a condividere la medaglia d'oro con il trionfatore delle Olimpiadi. Non avrei voluto fare le solite gaffe che contraddistinguono i miei incontri con lo zio Gerolamo, il quale si mangia le parole ed accompagna l'unico vocabolo comprensibile pronunciato, con un gesto della testa rotatorio, motivo per cui io non capendo mai un'emerita cistifellea, rispondo sempre sì e poi bevo qualcosa. Però, tutto sommato, se funzionava da anni con lo zio Gerolamo magari sarebbe andato bene anche con lui.
- Sì, certo, ci siamo capiti, ovvio - mi mancava solo un gin lemon per completare la scena. L'uomo ha sogghignato.
- E come si è giustificata? -. Miseria! Sempre più difficile! Ma che razza di domanda era?! Cosa avrei dovuto rispondere?! Da Gino ancora nessun aggancio di salvataggio, continuava a sembrare un'adolescente ad un concerto di Luis Miguel quando cantava: Noi, ragazzi di oggi...
- Ero in sfogo paturnioso al cellullare ed ho centrato la macchina di mio padre con questa che non è la mia -.
L'espressione del tipastro ha mandato bagliori aurei, poi ha buttato la testa indietro in un'invidiabilissima mossa Carràiana . I radi capelli del ciuffo si sono posati sulla nuca in concomitanza con lo spegnersi dei singulti riderecci in una perfetta coreografia.
- Ho sempre ritenuto che le donne hanno un cervello in più -. Il complimento per lui che avevo sulle labbra si è spento a causa dell'indugiare del suo occhio sciacallico sul mio personale, come direbbe la fine Jane Austen. Mi chiedo dove ritenga io abbia il secondo cervello.
Morale: ha sostenuto di potermi fare un bel lavoretto ed io, che ingenuamente lo stavo per ringraziare, sono stata gelata dalle risatone dei due imbecilli davanti a me. Una volta compreso ci potesse essere un doppio senso li ho freddati con il mio sguardo surgelizzante e salita in macchina ho messo in moto fingendo di volerli investire. L'ammirazione dei due è stata tangibile. L'individuo mi ha gridato la cifra richiesta per il lavoretto... alla macchina ed io ho ribattuto: - E non un centesimo in più! -.
Avrei davvero voluto rifiutare ma mi ha chiesto la metà di quanto preventivato dall'altro carrozziere.
E' questo che della crisi non si può più tollerare: non tanto l'adattarsi ad accettare qualunque condizione lavorativa pur di essere stipendiati ma piuttosto di dover spendere i soldi presso individui della fattispecie per non rischiare di restare a bocca asciutta davanti alle bollette.
Comunque il losco individuo mi ha fatto avere a casa un omaggio: dei buoni pranzo/cena nella sua (pure!) e del figlio pizzeria: la SgommaPizza, di Prano e Pruno Pranelli.
Vabbé dai, se non altro il tentativo di essere gentile lo ha fatto... o vuole farmi conoscere il figlio?".
Noi amiche abbiamo intenzione di accompagnarla alla SgommaPizza, non vediamo l'ora di conoscerli questi personaggi. Nella ha suggerito di portare anche Gino che così crea l'atmosfera giusta.


giovedì 3 maggio 2012

Metti un po' di disattenzione e...

Rosa era mortificata, non sapeva più che parole usare per scusarsi ed abbiamo dovuto impedirle di continuare poiché era sfociata in un monologo fanta-fashion con scivolate nel trash ("Mi prostro ai tuoi maschili piedi per testimoniare la mia immensa pena"; "Manigoldo il destino a farmi bersaglio di così alta colpa"; "L'eco della mia empietà martella i miei due emisferi cervelloidi", no non stava scherzando, aveva persino gli occhi lucidi).
Ah si! Il motivo: ha preso in prestito la macchina di Mario, il fidanzato di Rina e ha centrato quella del proprio padre mentre usciva dal cortile dopo pranzo, facendo la retro.
Quando è successo era al telefono con Ginoria e la stava ragguagliando su tutte le problematiche correnti: il lavoro trovato da poco - grazie ad un capo musical simpatizzante - denso di straordinari eppure sempre ondeggiante nel clima tempestoso della crisi, un mezzo uomo, non nel senso di hobbit ma di incognita, conosciuto proprio sul posto di lavoro, pessimo affare, dai comportamenti ambigui (ammiccamenti, tallonamenti in ascensore, sms di buongiorno e buonanotte e poi nemmeno uno straccio di invito per un caffé alla macchinetta) che la stanno facendo rantolare negli interrogativi, infine le difficoltà economiche del mantenere una casa con uno stipendio gnomico.
Insomma, presa dal vortice delle magagne, con una sola, magistrale manovra, ha bocciato due macchine, nessuna delle due, sua. Essendo una donna pratica ha schematizzato la situazione: 1) l'auto del padre non era da considerarsi (lui non ha avuto lo stesso pensiero recriminando sul danno con un tovagliolo legato al collo, dopotutto stava ancora pranzando quando il fattaccio è accaduto, invece sua moglie, la signora Mirka, si è subito coalizzata con la figlia dichiarandosi convinta che tanto l'avrebbe bocciata lui di lì ad un paio di giorni massimo al ritorno dall'osteria, la chiama ancora così, dopo aver perso l'ennesima partita di briscola);
2) il danno doveva essere valutato immediatamente così si è recata alla carrozzeria più vicina per farsi fare un preventivo, dopo il quale è andata a lavorare con l'umore denso di cianuro.
Alla sera ha guidato la povera auto fino alla casa di Rina dove Mario l'attendeva e lì davanti a lui si è sgretolata, sempre Rosa non la macchina, in miliardi di scuse del tenore di cui sopra.
Mario, dapprima dispiaciuto per l'accaduto, ha commutato la tristezza in esuberanza quasi vinaiola, direi, per sfuggire al drammatico mea culpa di Rosa.
Il povero ragazzo ha persino ammesso di aver pensato lui stesso a procurare qualche bollo alla propria auto per darle un'aria un po' più Contea di Hazzard ed è praticamente corso via gracchiando il motivo del clacson del Generale Lee.
Rina, dal canto suo, ha cercato di convincere l'amica a dividere la spesa con Ginoria, rea di essere stata al telefono con lei durante il perfido evento. Almeno questo non l'ha fatto, per fortuna.
Che dire, quel che è bene finisce con uno stipendio e mezzo al carrozziere e l'unico elemento positivo della giornata è stata la domanda pertinente, per una volta, della signora Mirka: "Ma come faceva lo zio Iessi a mantenere il Boh e lo Luche?" (Jesse, Bo e Luke, per i non avvezzi alle involontarie manipolazioni linguistiche old generazionali con influssi dialettali locali).