venerdì 30 agosto 2013

Giro di vacanze!











Un bacio all'Italia, quella naturale:)

martedì 6 agosto 2013

Sarà pur sintetico

Qualcuno mi dovrebbe spiegare perché quando compro i rotoli di carta regalo riesco ad impacchettare al massimo due oggetti di grandezza media mentre quando ero ragazzina (una sparuta manciata di annetti fa), mia nonna comprava lo stesso rotolo e con il suddetto foderava i cassetti degli armadi della casa, i ripiani della credenza, confezionava doni ed il rimanente, perché avanzava, lo ritirava in attesa di altre occasioni.
Non sarò un'artista del pacchetto ma resto sempre basita quando mi rimane tra le mani il rotolo di cartone su cui erano avvolti due, dico due, isolatissimi fogli di carta... e sì che li pago come se fossero un esercito, per lo più bruttino perché, per risparmiare, di solito scelgo la fantasia tovaglia (alla fine conta ciò che è sotto la carta, no?).
Dato che mi è scoppiata la vena della nenia lamentosa, cosa dire quando apri pacchetti o barattoli e ti ritrovi ad allungare il collo per scorgere l'alimento acquistato, là in fondo, da qualche parte... considerato i prezzi dei generi alimentari ti aspetti che ti riempiano di prodotti sacchi e sacchi di juta e te li carichino in macchina in una coreografia che nemmeno al carnevale di Rio. 
Parlando di cibi mi vengono in mente anche gli gnocchi fatti in casa; una volta sembravano davvero gnocchi ora invece, quando li faccio, paiono lumache stremate dallo jogging. Ok, sento già i commenti delle mie amiche, non sai neanche far bollire l'acqua figuriamoci preparare un piatto casalingo; vero solo nel caso in cui io non abbia voglia di cucinare perché quando decido di farlo, mi riesce bene. O meglio, mi riusciva bene. E non parlatemi di fecola di patate od altri ingredienti segreti; una volta bastavano quelli tradizionali e voilà, il piatto era perfetto.   
Lo stesso problema mi sorge rimembrando la torta margherita, avevo sei anni e con uova, farina, lievito e zucchero ti sfornavo torte alte una spanna, ora la pasta lievitante non raggiunge l'orlo della teglia. Giuro che la ricetta è la stessa da anni, tramandata di madre in figlia... certo le uova erano appena uscite dal pollaio della nonna ma il resto proveniva dalla bottega del paese (tranne la marmellata di pesche o prugne, sempre la nonna). Mi fulmina la consapevolezza che solo i miei di procedimenti siano rimasti gli stessi mentre quelli del mondo esterno abbiano svoltato al sintetico.
Lo so, ero partita dalla carta regalo ma le mie associazioni di idee sono sempre state bislacche, se non altro almeno nel mio di mondo si incorporano genuinamente