domenica 31 marzo 2013

Pasqua

Auguri a tutti... ricordandoci sempre dei meno fortunati...


martedì 26 marzo 2013

La rubrica letteraria

Euphemia Chalmers Gray è semplicemente Effie per il resto del mondo. Non un mondo qualunque ma quello vittoriano dove uno sguardo malizioso è indice di licenziosità inaudita. E' un periodo in cui risulta facile parlare di scandalo, altrimenti come si potrebbero indossare le modaiole espressioni di condanna da sfoggiare nei salotti eleganti o nelle affollate sale da ballo? "Ha flirtato con tutti i signori presenti", "Le sue risate erano alquanto inopportune"; se poi tali comportamenti guidano le azioni di una giovane donna molto bella, la decenza è messa a dura prova. Solo che Effie non si limita ad essere vivace, arguta e brillante come la propria natura le impone, lei continua ad esserlo anche dopo il matrimonio con John Ruskin, importante critico d'arte della Londra di metà ottocento. Sì perché Effie è anche ambiziosa e capisce che John potrebbe darle la possibilità di mettersi in gioco per usare un 'espressione moderna; di non restare confinata in una casa a fare la brava moglie e la perfetta padrona di casa; lei ha la possibilità di farlo sfruttando la propria cultura, la propria eleganza, la propria abilità nell'intrattenere gli ospiti con conversazioni intelligenti e maniere squisite. Il successo sociale di Effie è indiscutibile, sotto il suo tetto si riuniscono le più acute menti dell'epoca, pittori, scrittori, critici d'arte; viene persino presentata alla regina Vittoria.  L'ombroso marito si sente lusingato dall'abilità della moglie di saper richiamare e gestire personalità di quel calibro, anche se non mancano i pettegolezzi, le dicerie, le malignità. Le qualità di Effie sono un'arma a doppio taglio, se da un lato le danno prestigio, dall'altro rischiano di danneggiare la sua reputazione. Anche perché sempre più spesso si presenta sola alle feste, concede balli a tutti i signori in sala ammaliati dalla sua bellezza e dalle sue incantevoli maniere, spesso passeggia con loro senza chaperon e le congetture ricamate intorno non sono certo lusinghiere.
Peccato la gente non sappia che di Effie tutto si possa dire tranne che sia licenziosa; non solo non ha mai avuto un amante ma, in sei anni di matrimonio, non ha mai condiviso l'intimità coniugale con il marito che si rifiuta di toccarla impedendole di essere benedetta dalla gioia di un figlio. Logorata da questa situazione Effie potrebbe scegliere di tornare semplicemente dai propri genitori lasciando il marito, imponendosi una vita ritirata in campagna senza sollevare scandali oppure può decidere di ricominciare da capo, di vivere quella parte di vita che gli è stata negata fino ad allora. Per farlo, però deve pagare il prezzo dello scandalo, deve rivelare in un tribunale i dettagli intimi della propria vita coniugale e se già prima i pettegolezzi la seguivano come le lunghe code dei suoi abiti...
Suzanne Fagence Cooper ha scritto un libro piacevole ed intrigante: "Effie. Storia di uno scandalo", pubblicato da Neri Pozza. 
L'autrice, studiando a lungo lettere e carte appartenenti alla famiglia di Effie, collezioni vittoriane e arte preraffaellita è riuscita a farmi appassionare alla vita di questa donna e del suo mondo che la Cooper ricostruisce con scrupolosa attenzione senza tuttavia cadere nell'eccesso descrittivo, amalgamando vicende personali e sociali con abile equilibrio.
Consigliato!

giovedì 14 marzo 2013

Evviva le maestre!

Ultimamente ho avuto la possibilità di lavorare, come collaboratrice esterna, con maestre e bambini delle scuole elementari e di tutti loro sono rimasta estasiata. 
I bambini sono energia, intelligenza, istinto, sensibilità, genuina malizia, curiosità e potrei andare avanti per un po' senza riuscire a dare una definizione completa. 
Forse sono eccessivamente ottimista ma a guardarli mi scaturisce il pensiero che ci sia ancora qualche speranza di uscire da questo periodo nero e di affidare il nostro mondo nelle piccole mani di qualcuno che, da grande, saprà fare il giusto senza inseguire il solo obiettivo di laute ricompense o di prestigio.
E se ciò accadrà il merito sarà anche di certe maestre che, lavorando con i bambini ogni giorno, cercano di inculcare i sani vecchi valori: solo la fatica premia, non c'è altro mezzo soddisfacente per raggiungere i propri obiettivi perché è l'unico che riesce ad appagare una persona completamente; lottare per ottenere, rispettare per farsi rispettare. Il tutto può apparire trito e ritrito ma alla luce del panorama politico che ci circonda viene da pensare che invece certi concetti andrebbero ripetuti di più e che forse alcuni degli adulti attuali non se lo sono sentiti ripetere abbastanza, o magari per niente. E qui si spiegherebbero molte cose.
Senza nulla togliere ai genitori a cui spetta il sentiero più minato, un evviva va alle maestre che escono afone dalle classi in cui hanno dovuto tenere a bada non un'energia qualunque ma quella dei bambini, di tanti bambini, quella mista ai perché? Mi son stufato! Posso andare al bagno? Non ho capito! Lo rileggiamo? E' l'intervallo!
E grazie a tutto ciò nei prossimi anni, come ho estrapolato da un mini sondaggio, avremo biologi, veterinari, scienziati, piloti, disegnatori di lego, batteristi, cantanti, scrittori, cuochi ed anche calciatori... ottimi o pessimi ancora non si sa, di certo c'è che le basi umane e didattiche su cui costruire qui ci sono.
Una curiosità, nessuno ha manifestato il desiderio di diventare politico nonostante in questi ultimi tempi se ne sia detto parecchio di stipendi da favola per occupare una seggiola; ottima partenza, probabilmente tra di loro ci saranno eccellenti ministri.

venerdì 8 marzo 2013

Percezioni


Spostando lo sguardo su alcuni ripiani alla sua destra la giovane donna fu attratta da qualcosa di bianco che spiccava tra due barattoli rossastri per la ruggine; si avvicinò incuriosita. Giunta di fronte alle mensole le sue narici furono riempite da una fragranza di spezie. Cannella? Peperoncino? Noce moscata? Alzò gli occhi verso l’oggetto bianco che aveva intravisto, da lontano e nella penombra non si era resa conto della sua particolarità, un bastoncino bianco orizzontale contorto come una radice attaccato a… l’Intrusa spostò il suo peso sulle punte dei piedi per avvicinarsi e vedere meglio. Un recipiente nero come il carbone, lucido, un po’ più grande di una tazza da té, più panciuto e con un coperchio nero. Forse una capiente zuccheriera. Osservandolo con attenzione si accorse che anche dall’altra parte, simmetrico al primo, il contenitore aveva quella sorta di manico a radice, non lo aveva notato prima poiché era in parte coperto dal barattolo arrugginito e contrariamente all’altro aveva un colore scuro; decise di voler toccare il bizzarro oggetto, allungò una mano e lo prese delicatamente, lo avvicinò al volto tenendolo con entrambi i palmi.  Il vocio intorno a sé aumentò intollerabilmente finché…