martedì 29 aprile 2014

Si legge!

Ieri, giornata uggiosa e turno di riposo hanno tramato per farmi partire l’embolo della lettura. Dopotutto non potevo, come tutti i lunedì, lavare i pavimenti e sbattere i tappeti, più qualche altra cosetta legata a strofinacci, polvere e così via, troppa pioggia, troppa umidità. Allora ho deciso di proseguire una lettura già iniziata ma zoppicante causa lavoro, emergenze domestiche, malesseri di stagione (vitalità da tartaruga ingessata) e ops! Ho scoperto quanto fosse piacevole quel libro! Tanto da leggerlo tutto. Ancora una riga e poi smetto, beh, tanto vale arrivare alla fine del capitolo, caspita ma ora devo sapere come va avanti. Insomma al momento di andare a letto ero urtata per averlo terminato e per non aver più niente da leggere! Credo che i medici dovrebbero consigliare una giornata di lettura alla settimana, tipo: leggi una giornata intera e dimenticherai la dentiera! No, così andrebbe bene solo per alcuni, dunque: una giornata-lettura fa risplender la tua natura! 
Tornando al libro. E’ per ragazzi, sono elastica nell’ambito letterario, si intitola: “Miss Charity”, è scritto da Marie-Aude Murail ed è pubblicato da Giunti.
1875, Charity Tiddler ha quasi cinque anni ed una famiglia stramba. Un padre quasi muto, almeno così crede Charity non avendolo mai sentito pronunciare una frase intera ed una madre che degna la figlia di attenzione solo al momento del rimprovero o del sermone. La bimba cresce nella solitudine, nella monotonia di giorni sempre uguali e nel terrore delle storie raccontate dalla propria bambinaia, un tantino disturbata.
Ok, brutto quadro, se non fosse che Charity è curiosa, intelligente, fantasiosa e trova il modo di salvarsi da un’esistenza altrimenti spenta circondandosi di amici originali: topini, ricci, ghiri, conigli, uccelli, tartarughe, insetti. La mansarda in cui trascorre la maggior parte delle sue giornate diventa un eccentrico zoo in cui la perdita di questa o quella bestiolina non è tanto motivo di lutto quanto di interesse scientifico. E così Charity, osserva, analizza, seziona, annota sul proprio quaderno le personali scoperte e trova anche il tempo di leggere opere di altro genere, come le tragedie di Shakespeare che impara a memoria e recita ai propri animali. 
L’arrivo di Mlle Legros, un’istitutrice francese, colora, in tutti i sensi l’esistenza di Charity, o come dice Mlle Legros: Cherry. Infatti sarà l’istitutrice ad insegnarle l’arte del disegno e degli acquerelli, disciplina per cui la bambina ha una predisposizione innata; è brava, molto brava e Charity può ora corredare il quaderno di deliziose e dettagliate illustrazioni basate sulle proprie osservazioni dal vivo.
La bambina cresce, diventando fanciulla e poi donna; sebbene sempre un po’ relegata nei confini della propria vita singolare, inevitabilmente si troverà ad incrociare le strade di altri personaggi, alcuni determinanti per le sue scelte future, come Herr Schmal, precettore di tedesco del cugino, altri meno significativi ma sempre piuttosto pittoreschi.
L’amicizia con gli animaletti, l’abilità nel rappresentarli, l’immaginazione costituiranno l’ancora di salvezza di Charity in una società altrimenti soffocante, ristretta, avida, ignorante.
Marie-Aude Murail racconta una storia deliziosa e lo fa con semplicità e raffinatezza al tempo stesso, con ironia e buonumore, con leggerezza ed acume.
In questo libro ho assaporato tutto, specie, nella seconda parte, le citazioni dissacranti di Bernard Shaw, (che Charity incontra personalmente per richiedere un favore personale… ) del tipo: “La felicità di un uomo dipende dalle donne che non ha sposato”, oppure: “Si paragona spesso il matrimonio ad una lotteria. E’ un errore perché, alla lotteria, ogni tanto si può anche vincere”.
Ho lasciato per ultimo lui, il grande Oscar Wilde le cui opere in quel periodo trionfavano sulle scene teatrali: “Ogni volta che la sera penso ai miei difetti, mi addormento subito”, “Non ci sono domande indiscrete. Ma lo sono alcune risposte”. E la cui genialità è prima ammirata e poi deprecata quando verrà imprigionato per omosessualità, incredibile ma vero, d’altronde, per usare parole sue:

“E’ più facile essere crudeli che divertenti”.

lunedì 7 aprile 2014

Amiamolo

Prosegue la mia campagna in difesa del nostro patrimonio artistico. Abbiamo il meglio, abbiamo tutto. 
Apprezziamolo. Salviamolo. Amiamolo. Diamo lavoro a tanti, arricchiamoci culturalmente ed anche economicamente poiché il mondo fuori dall'Italia scalpita per ammirare il nostro tesoro. Restauro, cura, rispetto e le casse dello stato ringrazieranno. Possibile che bisogna sempre ricorrere al tasto guadagno per convincerci a salvare il nostro dna culturale?
Questo nuovo slancio è dovuto alla gita fuori porta di ieri... il luogo è meraviglioso e molto noto grazie ad un riuscitissimo sceneggiato tv anche se ora che il successo televisivo è passato, il piccolo mondo di cui parlo è rientrato nei libri di storia ed il rischio polvere ed acari...
Vediamo se qualcuno lo riconosce...

Immaginiamo per un istante, una dama con il ventaglio ed un tempo lontano, nemmeno troppo...

Scesi la gradinata; il parco in primavera diventava un luogo incantato ed il castello pareva rigenerarsi insieme alla natura circostante. Le pietre risplendevano e le finestre si illuminavano al gioco dei raggi del sole che, intrufolandosi nelle raffinate stanze, le impreziosivano oltre ogni immaginazione. 





E le passeggiate nel parco, per me, erano pura gioia. Il mio era un dialogo silenzioso con gli abitanti di questo luogo; che fossero stati plasmati dalle mani di straordinari artisti o...







... dall'artista per eccellenza...


Parlo del Castello d'Agliè, in provincia di Torino e la serie tv, cui mi riferivo era Elisa di Rivombrosa.
Ma già lo sapete.