giovedì 16 ottobre 2014

TELEGIORNALE CASALINGO

Rosa: “Non mi stupirei se al prossimo giro, dopo la Tasi, i comuni mandassero una busta bianca ad ogni cittadino per invitare ad una libera offerta”.
Ginoria: “Già, per sponsorizzare i non servizi che già sponsorizziamo con Tari, Tasi, Imu, Pimpo e Lalla”.
Rina: “Dentro ci sarebbe un cartoncino bianco che in preda ai bruciori delle nostre ulcere mostrerebbe la scritta in inchiostro simpatico: Vi preghiamo liberamente di contribuire a che la vostra casa rimanga dov’è, insieme alla macchina e ad ogni altro vostro bene materiale. Noi lottiamo ogni giorno per preservarli salvo in caso di riprovevoli inadempienze. Grazie per la vostra libera offerta”.
Rosa: “D’altronde con i tagli dello stato agli enti locali… E’ chiaro che poi ci vanno di mezzo i cittadini… ”.
Rina: “Ebbene sì. Una volta fatto il giro delle autorità e compagnia bella, a rimanere con le toppe alle chiappe siamo noi. A chi tagliamo noi?”.
Ginoria: “Ah! Io alla pedicure. Mi duole dirlo ma non posso far fronte anche a quella spesa”.
Io: “Chissà su chi taglia lei, la pedicure dico”.
Nella: “Sull’asilo nido. Tanto dice che i bambini tornano sempre intrisi di germi e fanno ammalare tutti gli altri membri della famiglia. Ora li lascia alla suocera tutto il giorno”.
Rina: “Poveraccia! E lei su chi taglierà?”.
Ginoria: “Sicuramente sul marito, non gli permetterà più di andare al bar”.
Io: “Eppure con la spending review… ”.
Nella: “Sì ma lo spread cresce”.
Rosa: “Insieme ad inflazione e disoccupazione”.
Ginoria: “Le borse crollano, pensare che lo diceva già Marisa Laurito nell’89 a Sanremo”.
Io: “Magari con la nuova manovra economica… ”.
Rina: “Sempre che venga approvata dall’Europa”.
Ginoria: “Sennò via di multa”.
Rina: “E indovina chi paga?”
Nella: “Forse dovremmo fare come quelle là che vanno a protestare nelle piazze a seno nudo”.
Io: “Chissà perché a seno nudo”
Rina: “Per attirare l’attenzione no? Altrimenti chi farebbe caso ad una protesta al giorno d’oggi?”.
Rosa: “Verissimo, per me attirerebbero più l’attenzione due vestite in Chanel o Gucci”.
Ginoria: “Parole sante. Basta avere delle Jimmy Choo ai piedi e sei già degna di attenzione”.
Io: “Brava! Con quelle sarei stata invitata anch’io al matrimonio di Clooney”.
Rina: “Ah! Di certo ed i giornalisti avrebbero già imbastito la trama della tua vita, figlia di benestanti, imparentati a George per linea materna, cugini di un senatore di origini italiane… ”.
Nella: “Che matrimonio però!”. Soffiando sull’alluce fresco di smalto.
Rosa: “Sì, intimo nella ristretta cerchia della diretta mondiale”.
Tonfo di borse.
La signora Mirka è sulla soglia con un’espressione estasiata.
“Anche voi guardate Il Segreto?”.




venerdì 3 ottobre 2014

ITALY IN A DAY

Meravigliosamente gente.
Lo scorso sabato ho guardato il film di Gabriele Salvatores, realizzato unendo i filmati che le persone, la gente comune ha inviato quasi un anno fa, il 26 ottobre.
Non sono riuscita a muovermi per tutta la durata della messa in onda, gioendo dell’assenza di interruzioni pubblicitarie. Stravaccata in diagonale sul letto per quasi due ore ho condiviso le vite di altre persone.
Speciale era il pensiero di non guardare un film in cui i personaggi erano interpretati da attori né, per la stessa ragione, di assistere ad uno spettacolo teatrale. Speciale era il pensiero che in quel momento io stessi entrando nelle case di persone sconosciute, nelle loro confidenze, nei loro affetti, nei loro guai.
Spesso scrivo dei piccoli grandi problemi delle nostre vite frenetiche, del come far tutto ciò che la vita impone, impegni, lavoro quando c’è, ricerca del lavoro quando non c’è. E quando scrivo, solitamente, è ai miei problemi a cui penso ben sapendo che sono gli stessi per tutti, almeno per la maggioranza delle persone. Quando parlo di affetti, il pensiero è rivolto ai miei familiari e agli amici. Certo, perché la mia è una vita comune, come quella di tutti.
Finché non entri in casa delle persone e la constatazione passa dalla sfera dell’astratto a quella del concreto.
La gente vive, come me. Si alza al mattino, svegliata da un bacio, una carezza, un figlio o da nulla, eccetto che dal nuovo giorno. Va a scuola, al lavoro, a correre, a cercare lavoro, ad aspettare la svolta della vita.
Le persone hanno paura, di se stesse, della solitudine, del dolore.
Amano. Il genitore anziano che non ricorda più il loro nome, il fidanzato, la fidanzata, i figli, la nuova sorellina.
E la paura, l’affetto, l’amore diventano all’improvviso: nostri.
Ti ricordi che sono sentimenti e come tali appartengono ad altre persone, non solo a te. Tutto è unico ma universale, personale ma condivisibile.
Per un momento l’ho ricordato e mi ha fatto bene.