mercoledì 28 dicembre 2011

Il lavoro latita, i capi sclerano, i dipendenti pagano

Sì, dovrebbe essere il contrario, i dipendenti dovrebbero essere pagati ma ultimamente non è così, l'ultima tendenza è di far pagare loro, nel senso di scaricare il peso di una crisi sulle spalle di chi il proprio lavoro lo ha sempre fatto onestamente, con tutti i sacrifici di contorno e che nel momento di difficoltà (mondiale tra l'altro) all'improvviso viene incolpato del calo di fatturato.
La mia amica Rina era furibonda, per fortuna lei non è tipo da lasciarsi demoralizzare anche se ne avrebbe tutte le ragioni avendo perso il lavoro alle soglie del famigerato 2012, ci sarebbe persino da sorridere a pensare alla situazione fantozziana: Tasse tante, Entrate zero ma con un po' di fortuna a toglierci dall'impiccio potrebbe essere la fine del mondo... appunto ci sarebbe da sbellicarsi dalle risate se il nostro senso dell'umorismo funzionasse ancora.
Tornando a Rina, beh, era furibonda prima ed è incandescente ora poiché non solo la ditta chiude, cosa già di per sé terrificante ma poiché è stata congedata, diciamo, con disonore.
Passi la riunione in cui si dice che è necessario uno sforzo da parte di tutti in una situazione delicata, passi l'annuncio del taglio del 50% sulla tredicesima, passi il commento: "E comunque non capisco perché dovrei pagarvela visto che lavorate 12 mesi e non 13", passi il percepimento dello stipendio a singhiozzo, vale a dire sei mesi di voragine riempita solo da acconti saltuari sufficienti a pagare la spesa tanto da dover ricorrere per le bollette alla pensione del papà quasi settantenne, passi la crisi esistenziale del capo in cammino su un terreno paludoso, prima di oggi sconosciuto, nel quale sente di affondare senza poter far nulla, passi passi passi...
Passi tutto tranne l'irriconoscenza nei confronti di qualcuno che ha lavorato per te per anni e di cui si è detto bene col vento favorevole e che all'improvviso si trasforma in un incapace in periodo di tempesta. Non passa l'arroganza con cui ti è stato detto che non ti meriteresti retribuzione, non passa la mortificazione nel comprendere che non vi è alcuna riconoscenza per gli sforzi fatti, in condizioni pessime e con scarse risorse a disposizione.
Ecco perché Rina ha la bile che gorgheggia nelle narici. E questa è la sua particolare situazione. Ce ne sono altre uguali come ci sono casi opposti, estremo ed orribile quello del datore di lavoro che, nell'impossibilità di pagare i propri dipendenti, si è sparato; evento di qualche giorno fa.
Insomma, ripigliando il caso di Rina, preso atto che la situazione sia critica per molti, se non per tutti, sarebbe possibile almeno evitare di prenderci a randellate tra di noi? Sarebbe possibile almeno stringerci la mano con dignità trattenendo le recriminazioni e ricordandoci che siamo tutti in mare aperto senza salvagente?
Sarebbe così utopica una cessazione di lavoro con un bel: "Mi spiace tanto, abbiamo fatto tutti del nostro meglio ma non ha funzionato, maledetta crisi!"?.
Sì, forse è una visione troppo rosea... però ragazzi siamo alle soglie del 2012... sarebbe quantomeno utile provarci!

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