mercoledì 27 febbraio 2013

Percezioni


All’improvviso il ronzio cessò e dopo pochi secondi di assoluto silenzio fu sostituito da uno strano accordo di sussurri, sibili, vocii che udiva ora più vicini ora più lontani. L’Intrusa non poteva cogliere il significato delle parole ma ne sentiva i suoni, un alternarsi di note acute e fruscii appena percettibili; le sfioravano il volto, i capelli, il collo come granelli di sabbia sollevati dal vento. 
Inspiegabilmente la profonda paura di poco prima si dissolse lasciando il posto ad un’innaturale senso di tranquillità.
“E’ evidente che devo sapere altro” disse a sé stessa, alle voci e chissà, forse all’intera stanza.
Mosse qualche passo in avanti, le scarpe dal tacco basso lasciarono le proprie impronte sullo strato di polvere che ricopriva il pavimento di legno. Mentre si muoveva poteva captare le onde di cui era stata fatta bersaglio non appena era entrata in quel luogo, piccole scosse che si intensificavano avvicinandosi a questo o a quell’arredo, accessorio o utensile, scatti di energia che le provocavano vibrazioni lungo tutto il corpo e che si andavano ad unire al brusio nell’aria.
L’intrusa procedette con cautela nel labirinto di oggetti cercando di non toccare nulla ma inevitabilmente il piede incontrava un ostacolo, la gonna lambiva l’anta di un malandato armadio, il gomito urtava una lampada appoggiata su uno sgabello, la guancia sfiorava il ruvido tessuto di un vestito appeso ad un gancio sporgente dal soffitto che, ne era sicura, un minuto prima non c’era; ad ogni contatto le vibrazioni si accentuavano, le piccole scariche elettriche le pungevano la pelle costringendola ad allontanarsi, per quanto fosse possibile.
Ma a dire il vero lei ora non voleva allontanarsi, voleva restare proprio lì, non si sentiva più intrappolata anche se di fatto lo era, l’unica via d’uscita era stata cancellata, ingoiata dalla stanza ed anche se l’Intrusa avrebbe avuto tutti i motivi per essere terrorizzata, adesso non desiderava più andarsene, era come se ci fosse un tacito accordo tra lei e quel piccolo spazio così affollato di cose apparentemente inanimate e sensazioni che le animavano. Sarebbe uscita al momento giusto quando avrebbe trovato e quando avrebbe capito.  

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