venerdì 20 gennaio 2012

Percezioni

Ma cosa diavolo ci faceva lì? Pochi minuti prima si trovava sulla strada che l’avrebbe condotta alla stazione ferroviaria ed ora stava fissando una porta che non aveva mai visto prima e per di più in un posto tutt’altro che raccomandabile!
Era stata una sensazione improvvisa, un impulso irragionevole che l’aveva condotta fin lì, come il burattinaio tira i fili delle marionette facendole muovere o ballare all’occasione. Le gocce di pioggia scendevano sulle cassette di legno accatastate a lato della strada fangosa, sui bidoni della spazzatura dall’altra parte e sui mucchi di vecchi giornali ormai zuppi che vi giacevano accanto. Le finestre dei palazzi di mattoni erano occluse dalle inferriate ed i loro vetri erano così luridi che neanche il più ardito tra i curiosi sarebbe riuscito a sbirciarvi dentro.
La luce grigia della giornata abbracciava tutto questo e, a dire il vero, non ci si poteva immaginare quel luogo diverso da come appariva; era come una briciola di mondo isolata da tutto il resto pur essendone nel bel mezzo!
Forse sto sognando, mi sto immaginando tutto… deve essere per forza così, altrimenti che cosa ci farei qui? Eppure non voglio andarmene… sento che devo rimanere, devo vedere… sapere… ma che cosa?
La giovane donna osservò la porta davanti a sé. Il legno era inciso da profonde crepe ed era in più parti intaccato dalla muffa, parevano i segni di un volto ormai sfiorito, vittima del tempo e della vita; pose una mano sulla sua superficie ruvida e spinse leggermente. La porta si mosse appena, allora facendosi più coraggio si appoggiò ad essa con tutto il suo peso e finalmente questa si aprì emettendo un suono molto simile al belato di una pecora. Fece un passo in avanti, scese un gradino e si trovò in una stanza in penombra. Un forte odore di polvere la colpì subito, ma non era solo quello, una miriade di altri odori e profumi erano ad esso uniti, peccato fosse impossibile cercare di distinguerli… beh, forse riusciva a captare qualcosa che assomigliava all’odore pungente della vernice o forse aleggiava una fragranza di erbe… a tratti pareva persino assalita da un puzzo disgustoso.
Gli occhi cominciavano ad abituarsi alla semioscurità; la stanza era piena zeppa di oggetti.

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