martedì 24 luglio 2012

Grigliamoci

Ore 7.00 siamo già nel praticello davanti alla casa di Rosa. Il mattino della formidabile grigliata sfoggia da subito 28°, il che fa supporre quanto sarà caliente il resto della giornata e purtroppo bisogna spogliare il termine caliente di ogni sfumatura elettrizzante per fargli acquistare l'unica possibile: sudore.
Mario ha fornito un gazebo, di quelli che si usano nei mercatini per coprire le bancarelle, leggero e pratico... sì per tutto il resto del genere umano e animale, ma non per noi.
Avrebbe dovuto essere molto semplice, quasi quanto quelle tende da campeggio che basta lanciare e voilà montate; per noi solo un'eccezione: voilà ed il padre di Rosa fungeva da basamento. Il signor Mirto non si è fatto nulla però si è pentito di aver pensato lui alle braciole di maiale ed alle salamelle per essere poi stato ricompensato a quel modo.
All'arrivo dei primi ospiti, comunque, il gazebo era montato e al di sotto di esso si registravano 35°. Per salvare almeno i bambini (sì, c'erano anche loro rappresentanti), la signora Mirka è volata a casa a prendere la piscinetta di gomma una volta appartenuta a Rosa (e qui le battute su quanti decenni dovesse avere si sono sprecate con grande ilarità dell'interessata che avrebbe voluto usare la madre come materassino).
Mentre la signora Mirka era alle prese con la salvaguardia dei piccoli mammiferi, Rina riusciva ad accendere la griglia e mostrava al pubblico le sue sopracciglia a strisce dopo una fiammata canterina. Nella ha preso il timone della griglia con una certa padronanza e Ginoria è andata in soccorso della signora Mirka mettendo a disposizione i suoi polmoni poderosi per gonfiare la piscinetta solo che al quarto soffio è semisvenuta tra le braccia di un certo zio Alfio. Chi sia costui non è stato ancora definito (la signora Mirka sostiene che sia un vecchio pretendente di sua sorella Margherita, convinto di essere il suo favorito mentre la suddetta Margherita ha già festeggiato le nozze d'oro con il marito ed i loro sei figli) però ha sollevato Ginoria reggendola rispettivamente sotto un'ascella e sotto un ginocchio, per fortuna quelli sullo stesso lato del corpo, e ne è scaturito un ridente balletto che più del Lago dei Cigni è parso Lo stramazzo dell'Anatra.
Il profumo delle braciole diretto magistralmente da Nella verso i numerosi ospiti assiepati sotto il gazebo (temperatura percepita 150°) ha risvegliato l'istinto di sopravvivenza e chi carponi, chi lanciando il piatto di plastica vuoto e riavutolo indietro allo stesso modo pieno, il pranzo è stato servito.
Lo zio Alfio, alla nona birra, prometteva di recitare a memoria la Divina Commedia e finiva con lo scandire le formazioni delle squadre di calcio degli ultimi Europei.
Insomma sarebbe potuto andare peggio, ah già! Ma è proprio quello che è successo. Mentre, dopo il pasto, si sonnecchiava, si beveva birra, ci si asciugava il decolleté con un fazzolettino (ok, con uno strofinaccio) il gazebo ha deciso di suicidarsi buttandosi nella piscina vuota (era buca ed i bambini erano seduti sul fondo umido) ed io per salvare i piccoletti (mentre i genitori seguivano la scena vagamente compiaciuti) ho fermato il gazebo di testa. 
A soccorrermi con il ghiaccio Rina e Mario; Nella sarebbe stata impossibilitata a farlo poiché, inchiodata alla griglia, era lei stessa divenuta molto simile ad una salamella. Ginoria cercava di soccorrere gli ospiti  che in realtà sembravano finalmente aver trovato lo scopo della giornata. Una volta sistemato di nuovo il riparo si è passati dal Tè con le Mummie al Galà dei Gaudenti in Festa e ci è voluta tutta la bravura dello zio Alfio che ha fischiettato con il naso l'inno ialiano per un'ora e tre quarti a convincere i restii ad andarsene.
Siamo stramazzate a casa di Rosa non appena l'ultimo ospite ha lasciato la grigliata. 
A cena, eh sì perché noi alla fine non abbiamo mangiato molto, filetti di platessa e sofficini mentre le stelle brillavano ed il sereno russare dello zio Alfio saliva dal prato.


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