venerdì 27 aprile 2012

Mondo fatato

Da "Toried", Edigiò:

Arturo, senza rendersene conto, si girò nervoso su un lato e poi sull’altro, mentre la barca veniva cullata dalle onde del fiume sotterraneo; la fronte gli s’increspò per pochi attimi, poi, come se le brutte sensazioni fossero state spazzolate via, il ragazzino sorrise scorgendo Sàspita ed Alsequor a Fralnuas. I due Floxemi Nogi stavano spiegando a lui ed ai suoi amici che Irdohl li aveva vegliati nel Mondo Buio sotto spoglie umane grazie alla loro magia e a quella degli elfi. Alsequor aveva appeno detto loro che la magia elfica era forte.
Nell’oscurità in cui Kamnor era smarrito, mentre la sua mente stava per essere soggiogata, fece capolino un ricordo non molto lontano; chissà perché prima di morire doveva ricordarsi proprio di quel momento. Forse perché era stata l’occasione in cui aveva conosciuto i piccoli uomini; aveva capito subito, osservandoli, che nascondevano il potere del riscatto di Toried ed anche se lui non ci sarebbe stato per assistervi, era sicuro che, con il loro coraggio, avrebbero salvato la sua terra. Sorrise. Rivide lo stupore infantile sui loro volti di fronte a lui, un elfo. Ricordò l’incredulità nello scoprire di come Irdohl fosse apparso a loro come umano grazie all’incanto di Fralnuas e di Tabtull. Il potere degli elfi. Peccato che in quel momento non sarebbe servito a salvarlo. La magia elfica era potente sì, ma solo se invocata dalle voci di molti elfi, uniti nella devozione verso i Saggi, la Natura; in un luogo sano, purificato dai Corelmni. A Tabtull, dove nelle radici scorreva la linfa che curava le ferite ed i fuochi blu rinvigorivano gli animi e rafforzavano il legno. Cosa avrebbe potuto fare lì? Dove il marciume della cattiveria gli stava soffocando i sensi? Gli unici essere puri nella desolazione di quel luogo erano lui ed i suoi amici che potevano essere già morti. Kamnor allargò gli occhi: lui però non era morto, non ancora.



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