martedì 26 marzo 2013

La rubrica letteraria

Euphemia Chalmers Gray è semplicemente Effie per il resto del mondo. Non un mondo qualunque ma quello vittoriano dove uno sguardo malizioso è indice di licenziosità inaudita. E' un periodo in cui risulta facile parlare di scandalo, altrimenti come si potrebbero indossare le modaiole espressioni di condanna da sfoggiare nei salotti eleganti o nelle affollate sale da ballo? "Ha flirtato con tutti i signori presenti", "Le sue risate erano alquanto inopportune"; se poi tali comportamenti guidano le azioni di una giovane donna molto bella, la decenza è messa a dura prova. Solo che Effie non si limita ad essere vivace, arguta e brillante come la propria natura le impone, lei continua ad esserlo anche dopo il matrimonio con John Ruskin, importante critico d'arte della Londra di metà ottocento. Sì perché Effie è anche ambiziosa e capisce che John potrebbe darle la possibilità di mettersi in gioco per usare un 'espressione moderna; di non restare confinata in una casa a fare la brava moglie e la perfetta padrona di casa; lei ha la possibilità di farlo sfruttando la propria cultura, la propria eleganza, la propria abilità nell'intrattenere gli ospiti con conversazioni intelligenti e maniere squisite. Il successo sociale di Effie è indiscutibile, sotto il suo tetto si riuniscono le più acute menti dell'epoca, pittori, scrittori, critici d'arte; viene persino presentata alla regina Vittoria.  L'ombroso marito si sente lusingato dall'abilità della moglie di saper richiamare e gestire personalità di quel calibro, anche se non mancano i pettegolezzi, le dicerie, le malignità. Le qualità di Effie sono un'arma a doppio taglio, se da un lato le danno prestigio, dall'altro rischiano di danneggiare la sua reputazione. Anche perché sempre più spesso si presenta sola alle feste, concede balli a tutti i signori in sala ammaliati dalla sua bellezza e dalle sue incantevoli maniere, spesso passeggia con loro senza chaperon e le congetture ricamate intorno non sono certo lusinghiere.
Peccato la gente non sappia che di Effie tutto si possa dire tranne che sia licenziosa; non solo non ha mai avuto un amante ma, in sei anni di matrimonio, non ha mai condiviso l'intimità coniugale con il marito che si rifiuta di toccarla impedendole di essere benedetta dalla gioia di un figlio. Logorata da questa situazione Effie potrebbe scegliere di tornare semplicemente dai propri genitori lasciando il marito, imponendosi una vita ritirata in campagna senza sollevare scandali oppure può decidere di ricominciare da capo, di vivere quella parte di vita che gli è stata negata fino ad allora. Per farlo, però deve pagare il prezzo dello scandalo, deve rivelare in un tribunale i dettagli intimi della propria vita coniugale e se già prima i pettegolezzi la seguivano come le lunghe code dei suoi abiti...
Suzanne Fagence Cooper ha scritto un libro piacevole ed intrigante: "Effie. Storia di uno scandalo", pubblicato da Neri Pozza. 
L'autrice, studiando a lungo lettere e carte appartenenti alla famiglia di Effie, collezioni vittoriane e arte preraffaellita è riuscita a farmi appassionare alla vita di questa donna e del suo mondo che la Cooper ricostruisce con scrupolosa attenzione senza tuttavia cadere nell'eccesso descrittivo, amalgamando vicende personali e sociali con abile equilibrio.
Consigliato!

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