lunedì 10 settembre 2012

50 SFUMATURE DI OPINIONI

E chi non lo conosce? Se lo dovessi chiedere al mio cane, abbaierebbe: “Ha salvato la mia vita sociale, sempre così uggiosa! Finalmente ho avuto il coraggio di attaccar bottone con Manolo, il Labrador di fronte e tra una zampata e l’altra abbiamo bevuto dalla stessa ciotola! Per non parlare di Geremia, il barboncino del numero 3, sempre restio ad usare il guinzaglio… ed ora invece a capo del fan club C&M: Cuoio e Metallo!”. Che dire? Si è schiantato come un meteorite grande quanto una galassia nella cupa serenità delle massaie; ha sbrodolato via la routine o forse la mancanza di routine, ha ringalluzzito gli ormoni mummificati nella salsa di pomodoro, o nel calcare della lavatrice o nel sacchetto dell’aspirapolvere, insomma nella trita e ritrita ripetizione di atti quotidiani che tutto hanno fuorché fascino. E qui altro che fascino: un’esplosione spazial-lasciva di voglie inconfessabili, una miccia al centro del baricentro della repressione ed il botto di appetiti bisunti è stato all-inclusive: dall’adolescente alla bisnonna (soprattutto le bisnonne). Ups, non ho detto ancora di cosa si stia parlando ma mi sembra ovvio e siccome non se ne è raccontato ancora abbastanza, ecco la mia, o meglio le nostre. Ginoria ha scoperto le 50 Sfumature di grigio, dal panettiere. Ne parlavano due comari fresche di piega, una aveva addirittura il nipote nel passeggino e non mormorava nemmeno ma scandiva ogni frase un po’ orgogliosa di aver trasgredito la morale cercando tuttavia di non esagerare. “Ero proprio curiosa, avevo letto la recensione sul Spettegola e Vai, e ho provato a comprare il primo. Mi ha proprio presa e ho dovuto poi comprare gli altri due libri per vedere come andava a finire!”. “A me li ha dati mia figlia. Li ha letti prima lei ed era così entusiasta che ho voluto constatare di persona che cosa avevano di speciale!”. “All’inizio, bisogna proprio dirlo, è un romanzetto d’amore come un altro” intanto l’altra annuisce vigorosamente, “ma poi i problemi di lui che trovano radici nell’adolescenza…”. “Sì sì sì! Certo non manda a dire niente, è tutto spiattellato lì, però ha un senso e mi è piaciuto” mentre la prima conferma con gesti ed espressioni come se la sua fosse l’unica approvazione degna di nota nel panorama letterario mondiale. Ginoria intanto aguzza le orecchie e coglie il titolo quando la moglie del panettiere attende che lui esca per chiedere di cosa si tratti e la fuga di informazioni termina con un: “Oh! Buongiorno Don Rocco! Quand’è la gita al santuario?” all’entrata del parroco.
 Ginoria li ha comprati e letti ed ora non parla d’altro come se avesse condiviso la storia d’amore più conflittuale dai tempi Carlo e Camilla; li ha prestati a Rosa ma la madre, la signora Mirka, li ha intercettati e pensando si trattasse di metodi casalinghi per smacchiare gli abiti (grigi, neri e rossi per l’esattezza), è diventata violacea all’apparir della nuda verità ed ha severamente vietato alla figlia, ormai stagionata, di leggere tali porcherie e di trovarsi un bravo ragazzo andando al cinema e a ballare il liscio anziché diventare scellerata leggendo di pertensioni (anziché perversioni). Nella si rifiuta di leggerli per essere controcorrente, vuole fare l’originale e devo dire che non sembra nemmeno incuriosita, quanto piuttosto irritata nel continuare a sentire discorsi in proposito. Chi è veramente imbufalita a riguardo è, neanche a dirlo, Rina che li ha letti e smontati con una critica traslucida incrociata a fior fiori di metafore non proprio signorili che si traducono in un’azione più esplicativa di qualunque altra: tra un insulto e l’altro trascina il povero Mario davanti a Ginoria per farle comprendere che al massimo, se le andrà bene, troverà uno così, con gli addominali a tartaruga sì, però rovesciata, con l’auto bocciata anziché l’elicottero (al massimo massimo un trattore usato) e l’alito che ti fa le meches al mattino. Se poi la differenza è data dalle sculacciate, allora il problema è risolvibile da subito, Rina offre se stessa od anche Mario per prenderla a calci in quel posto. Ginoria abbaia di non aver mai desiderato nulla di tutto ciò, di essersi solo divertita a leggere finalmente qualcosa di originale e di aver voluto solo sognare un po’ dato che appunto la realtà di tutti i giorni è tetra e cupa. Allora Rina la incalza sostenendo che se quella è originalità allora nella sua vita non ha mai aperto un giornale, letto un libro o guardato la tv poiché si è già romanzato, trasmesso o pubblicizzato di tutto sull’argomento. E così via, la discussione è ancora in corso. Personalmente sono una di quelle che il primo libro l’ha comprato e poi l’ha interrotto dopo una quarantina di pagine; mi è mancata all’improvviso la curiosità di sapere cosa sarebbe successo dopo. Forse sono una romantica tradizionalista, di quelle che alla ramazzata preferiscono la colazione a letto, forse ho letto troppi troppissimi romanzi d’amore da giovinetta in cui il protagonista (si badi sempre lo stesso dal medioevo all’età moderna) era spaventosamente virile ed incalcolabilmente bello ed il cui unico problema psicologico, se si vuole proprio essere invidiosi, era l’essere schifosamente ricco, per cui risulto difficile da accontentare (ma no, non è vero! Sono una fan di Twilight!). Forse sono out, o come dice Ginoria: vecchia dentro da quando avevo vent’anni, dovrei adattarmi alle novità per cui le pratiche amorose non sono più quelle di una volta (appunto quelle del macho tenebroso le cui braccia poderose ti avvinghiavano con inusuale quanto incredibile dolcezza… in effetti non ho mai capito come vi riuscisse con quei bicipiti elefantini), ma mi conosco e la mia soglia del dolore è bassa, l’ho testata col silk epil sulle gambe. Più di quello non reggo, neanche ad immaginarlo, per cui continuo a puntare sulla colazione a letto e massaggino ai piedi. Comunque se milioni di lettrici sono entusiaste un motivo ci sarà, se ha messo d’accordo generazioni diverse e caratteri disparati, la signora James si è meritata il successo, non per Rina che sta spiegando a Ginoria quanto sia normale avere i foruncoli anche dopo i trenta… ma temo stiamo andando fuori argomento, o no?
Dato che la trilogia non ha bisogno di ulteriore pubblicità e comunque la mia parte l'ho fatta, parlandone, vorrei consigliare 1 libretto ultra divertente, ironico ed autoironico:

E dalla Romanticona che sono, ne suggerirei anche un altro, nella speranza di non ricevere cori sul genere: "AHVVECCHIA! Rimodernati!".
 

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