mercoledì 22 aprile 2015

Buona Giornata della Terra

La pianura rappresentava un mare colorato di creature che fremeva per incitare i propri concorrenti. Questi erano in fila davanti alla dimora di Ogahm e Rhuna. Vi era un rappresentante per ogni stirpe; eccezionalmente anche un Anthidar aveva deciso di gareggiare: Hyantog. Emilio ed Arturo lo avevano affiancato come due guardie del corpo, ma non avevano un’aria molto protettiva. Il povero Hyantog, con un’espressione sorpresa, non riusciva a spiegarsi gli sguardi di sfida che i due ragazzi indirizzavano solo a lui e non agli altri partecipanti. Di fronte a loro si innalzò da terra un muretto di Telluri alti quanto Nani Boschivi ed al centro si materializzò Retra. Le vesti incorporee di Riaa fluttuavano nell’aria ed in essa si confondevano tanto che a volte sembrava di vederla in un punto del cielo molto lontano ed altre a pochi centimetri dalle teste delle creature riunite nella folla; Ongua con il corpo d’acqua mormorante, a forma di stella, era sospesa proprio sopra il Fiume Sbocciato ed Igfus, come un secondo sole, sceso per l’occasione dal cielo, dove risplendeva il suo gemello, scoppiettava accanto alle fiaccole accese dai Floxemi tutt’intorno al perimetro della dimora di Saggi. Risultava ancora miracoloso per i ragazzi vedere con quanta disinvoltura delle creature di legno, radici e foglie, potessero maneggiare il fuoco.
I nitriti melodiosi dei Cuvtan parvero gettare un incantesimo benefico sulla giornata. Pareva quasi che la chioma celeste di Rhuna si fosse ingigantita fino a sostituire il cielo stesso. In quel momento Arturo pensò di sentire scivolare la magia su di sé, sul proprio corpo, sul proprio viso. La volta celeste gli apparve come un grande lago dalle acque così limpide da potervi intravedere il fondo anche se era molto molto profondo tanto che Arturo ebbe la sensazione di cogliere lo scintillio intermittente delle stelle. Cosa stava succedendo? Il Fiume Sbocciato aveva preso il posto del cielo? Le stelle in realtà erano le Alsee ondeggianti nell’acqua? Gli sembrò quasi di essere in una Culla dei Due Laghi senza pareti. Arturo si accorse che Corinna, Dino ed Emilio lo stavano guardando. Seppe, dalla luce nei loro occhi, che percepivano anche loro. Era il battito del cuore della terra, mai così nitido come allora. Avrebbero potuto scandire il ritmo del fuoco che pulsava sotto di loro, sarebbero stati in grado di trovare il punto esatto in cui sussurrava timidamente una sorgente sotterranea ed avrebbero potuto respirare con la testa immersa nell’acqua e, in un certo senso, lo stavano facendo, immersi nel lago del cielo. Fu il più grande regalo di Rhuna, l’essere, per un istante, diventati lei; sentire con il suo corpo. Cullati da queste sensazioni, i ragazzi respirarono l’aria profumata di fiori ed accolsero sorridendo nei propri corpi il calore del sole mediato dal fresco soffio delle Brezze. Sì, giornata perfetta. 

Perché la Terra è così se ci si ferma un istante a percepirla. 

Da Toried.

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