giovedì 15 novembre 2012

Percezioni

Margareth appoggiò timidamente la sua mano su quelle della suocera intrecciate in grembo. La donna sospirò: “Blackwall diventerebbe un marchio vergognoso nella vita di Gregory. Solo chi ha qualcosa da nascondere potrebbe desiderare di mandare là i propri figli; è una specie di carcere in cui si ricorre alle punizioni corporali. Quel luogo restituisce individui vuoti” sospirò: “Gregory deve andarsene da qui al più presto possibile, gli troverò una sistemazione nella capitale, conosco molte famiglie rispettabili che si contenderanno l’onore di ospitarlo”.
“Ma Lady Carv… ”.
L’anziana signora sembrava aver riacquistato repentinamente la sua autorità.
“Non ci sono altre soluzioni; diremo che per ragioni di salute Gregory necessita un cambiamento d’aria e poi nessuno potrà negare che la capitale offra un vivaio di scuole prestigiose, tanto meno suo padre. Mio nipote avrà l’educazione che merita” .
La camera era ormai al buio, solo la debole luce di una notte stellata incorniciava il vano della finestra entro cui erano ritagliate le due sagome nere l’una accanto all’altra.
Margareth sapeva quanto sua suocera fosse testarda e che la sua decisione fosse definitiva ma sapeva anche che non sarebbero riuscite  a portare a termine questo piano.
“ Vostro figlio non lo permetterà”.
“Mio figlio lo saprà quando tutto sarà già stato pianificato e il bambino trasferito. Approfitteremo di una delle sue lunghe assenze… a quel punto non si potrà più tornare indietro”.
“Sarebbe capace di andare a prendere Gregory e trascinarlo a casa a frustate per non parlare della sua ira contro di me!”. Margareth sentiva il cuore pulsarle all’impazzata, con il respiro affannoso si rivolse supplicante alla suocera: “Accompagnerei io stessa Gregory nella capitale in questo preciso istante se avessi anche solo un barlume di speranza che mio marito possa al fine accettare questa soluzione ma lui non crede che sia suo figlio! Vuole rinchiuderlo a Blackwall per questo motivo! ”.

Nessun commento:

Posta un commento