lunedì 25 giugno 2012

Percezioni

Margareth l’aveva sempre temuta quella strana donna; con le sue parole taglienti, i commenti acidi, le aveva fatto capire da subito di non essere la benvenuta ma la verità era che nemmeno Margareth avrebbe mai voluto far parte di quella famiglia; quando i suoi genitori anziani erano morti la casa e la terra erano passati per diritto testamentario a un erede maschio, un cugino che non si era fatto scrupolo di vendere tutto a un ricco possidente per poi partire per le Indie.    
Lei aveva fatto parte di quella transazione poiché, rimasta sola, era stata presa in moglie dal nuovo proprietario della sua casa; certo non poteva vantare l’albero genealogico del suo novello sposo ma la posizione sociale acquisita dalla propria famiglia nel corso del tempo era stata giudicata dignitosa abbastanza per legarsi ad essa con un vincolo così stretto.
Il marito di Margareth era un uomo realistico, a trentacinque anni giudicava di aver l’età per concludere il contratto matrimoniale, una moglie rispettabile e soprattutto giovane gli avrebbe garantito dei figli e le convenzioni sociali sarebbero state osservate. La madre di lui aveva approvato; non che alcuna donna sarebbe mai andata bene per quell’incarico ma suo figlio non poteva rimanere scapolo, aveva già rimandato troppo il momento preferendo darsi ad una vita quanto meno dispendiosa e al limite della decenza; ormai i tempi erano maturi per acquisire un’apparenza di rispettabilità, egli doveva capire che il matrimonio non gli avrebbe impedito di soddisfare i propri piaceri, solo sarebbe dovuto essere un po’ più discreto…

Nessun commento:

Posta un commento