Spostando lo sguardo su alcuni ripiani alla sua destra la
giovane donna fu attratta da qualcosa di bianco che spiccava tra due barattoli
rossastri per la ruggine; si avvicinò incuriosita. Giunta di fronte alle mensole le sue narici furono riempite da una fragranza di spezie. Cannella?
Peperoncino? Noce moscata? Alzò gli occhi verso l’oggetto bianco che aveva
intravisto, da lontano e nella penombra non si era resa conto della sua
particolarità, un bastoncino bianco orizzontale contorto come una radice attaccato
a… l’Intrusa spostò il suo peso sulle punte dei piedi per avvicinarsi e
vedere meglio. Un recipiente nero come il carbone, lucido, un po’ più grande
di una tazza da té, più panciuto e con un coperchio nero. Forse una
capiente zuccheriera. Osservandolo con attenzione si accorse che anche
dall’altra parte, simmetrico al primo, il contenitore aveva quella sorta di
manico a radice, non lo aveva notato prima poiché era in parte coperto dal
barattolo arrugginito e contrariamente all’altro aveva un colore scuro; decise di
voler toccare il bizzarro oggetto, allungò una mano e lo prese delicatamente,
lo avvicinò al volto tenendolo con entrambi i palmi. Il vocio intorno a sé aumentò
intollerabilmente finché…
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