L’Intrusa rimase per un tempo imprecisato seduta sulla
vecchia poltrona mentre i suoi respiri da corti e affannosi riprendevano un
ritmo lento e più rilassato. Sentì la testa finalmente leggera sull’esile
collo, non più intrappolata tra due tenaglie di ferro che le impedivano di
muoversi naturalmente e persino di pensare coscientemente. Di chi erano
quei pensieri? Chi erano Margareth e Lady Carvorn?Perché ho provato quelle sensazioni? Io ho davvero
avuto paura, ho odiato Margareth e le ho
voluto bene! Ero terrorizzata all’idea dello scandalo, di perdere Gregory come
legittimo nipote! Io ho amato quel bambino... io ero… ero Lady Carvorn! La
donna si guardò intorno confusa, tutto sembrava paradossalmente normale, la
stanza appariva com’era al suo arrivo, gli oggetti giacevano in disordine
tutt’intorno a lei; la debole luce della giornata piovosa continuava a filtrare
dalla finestra in alto dietro le sue spalle, il ticchettio delle gocce d’acqua
era l’unico rumore che le sue orecchie riuscivano a cogliere.
Un impulso improvviso spinse l’Intrusa ad alzarsi, in
realtà non credeva che le sue gambe potessero reggerla ma la poltrona era
diventata troppo scomoda e in una frazione di secondo si trovò in piedi. Lasciò
vagare lo sguardo intorno a sé, ora aveva quasi l’impressione che gli oggetti
fossero aumentati, ma come poteva quella piccola stanza contenere una tale quantità di cose? Stipata all’inverosimile, all’Intrusa sembrò una signora
d’altri tempi che nella toeletta avesse esagerato con il belletto e gli
accessori. Gli occhi della donna scivolarono sugli oggetti accatastati, infilati,
rovesciati, appesi… ma cosa c’era di diverso? Una terribile constatazione la
fece sobbalzare: non c’era più la porta! La porta dalla quale era entrata poco
prima… o forse molto prima. Era lì dove ora ci sono quelle mensole! C’era
un ingresso! Altrimenti come avrei fatto ad entrare? Per un
attimo il panico ebbe il sopravvento poi a poco a poco un ronzio crescente le
attraversò le orecchie fino ad invaderle la testa.
“Sono una prigioniera” disse lentamente ad alta voce. La pioggia
sembrava aumentare di intensità, le gocce cadevano precipitosamente tictictictictictic...
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