Natale con i tuoi…
perché? Chi l’ha deciso? I tuoi li vedi tutto l’anno, puoi anche farne a meno
per qualche giorno, no? No.
Qualche tempo prima
Io e le mie amiche
dopo una serata da Joe Padella (balli, aperitivi, risate sguaiate, aperitivi,
chiacchiere, aperitivi) avevamo preso la coraggiosissima decisione di trascorrere
le festività solo tra di noi, lontane da famiglie, case e problemi. Sì perché è
inutile negarlo, al pranzo di Natale cosa ci sarebbe da condividere, a parte il
menù fiabesco (che si trasforma in grottesco quando al termine devi far
transitare il caffè in gola in attesa che si liberi un posto nello stomaco) se
non le disgrazie personali: il lavoro risucchiante, lo stipendio inadeguato
alla vita, il governo del momento inadeguato al paese, le persone inadeguate a
se stesse, ai familiari, alla società, al pianeta. Il tutto senza guardare il
telegiornale perché se lo guardi… beh, addio posto nello stomaco in toto.
Dunque Rina
infervorata dal terzo mojito, sì preferisco utilizzare il termine infervorata,
ha espresso la propria opinione in merito alle feste come periodo di serenità e di raccoglimento familiare…
“Si raccologno… raccollgono i cetrioli, le zucchine, le banane, il cotone ma non le
faminlie! Le familie devono essere libbere,
le donne devono esserlo, proprio a Natel...
Natale… cosa c’è di più bello della liberttà!”.
Noi abbiamo applaudito seguite da altre rappresentanti del gentil sesso, così
entusiaste di aver terminato la giornata lavorativa, che avrebbero encomiato anche
il cagnolino di Joe Padella se fosse entrato in quel momento.
“IononpossotollerareunaltroannoconlozioPedrochemichiedequantichilihomessodalNataleprecedente!”
ha sbottato Rosa. Traduco: Io non posso tollerare un altro anno con lo zio
Pedro che mi chiede quanti chili ho messo dal Natale precedente. “E poi”, più
calma, “zia Gisella che scarica nel mio piatto qualunque forma commestibile
avanzata perché niente deve essere buttato. E io non avrei niente da dire se
non fossi l’unica avatar del bidone dell’immondizia”.
“Almeno tu riesci a
gustare qualcosa”, ha incalzato Ginoria, “mia madre toglie i piatti mentre
stiamo ancora mangiando e quando alla fine, circa mezz’ora dopo l’inizio del
pranzo, si siede soddisfatta davanti al tavolo tirato a lucido, con il profumo
di detersivo dei piatti nell’aria, il resto di noi si sente assolutamente
sazio… di aria”.
Rosa ha continuato
deprecando l’abitudine della propria madre, la signora Mirka, di infierire dolcemente
sulla sua condizione di ragazza matura matura matura (ogni anno aumenta il
numero di mature) cantandolo sulle note di Astro del ciel… “Dico solo che al posto di pargol divin lei ci
mette figlia birichin… e risparmio il
resto”.
Io ho lamentato il
fatto di sentirmi stanca a Natale come un somaro che ha trasportato carichi e carichi di
bisacce per tutto l’anno e desidererebbe soltanto un posto al calduccio per
dormire qualche giorno di fila senza dover scambiare nemmeno il buongiorno con
qualcuno.
Insomma, il sunto
della serata è stato: Stop alla costrizione, inizia la
rivoluzione!
Sapevamo ci
sarebbero state delle conseguenze.
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